5 strategie educative per realizzare un laboratorio creativo per bambini

In questo post ti racconto 5 strategie educative per allestire un laboratorio creativo per bambine e bambini con l'obiettivo di stimolare l’apprendimento e liberare la creatività.

Pasticciare e realizzare lavoretti con bambine e bambini non significa attivare un laboratorio creativo, anche se è un’attività utile e piacevole. Il laboratorio, infatti, si propone di attivare un percorso conoscitivo attraverso il rinnovato equilibrio tra la mente che apprende ed il corpo che ne fa esperienza.

Che cos’è un laboratorio creativo?

Il laboratorio creativo è un setting di gioco che permette di esplorare l’ambiente, sperimentare materiali, memorizzare regole e acquisire strategie di pensiero.  Usa l’educazione sensoriale per permettere al bambino di allenare un maggiore equilibrio mente-corpo e ascoltare le proprie emozioni.

Se l’insegnamento tradizionale si concentra sulla trasmissione dell’informazione, imparare attraverso il gioco rende i bambini protagonisti dei propri percorsi di conoscenza [Leggi anche Che cos’è il gioco dei bambini e perché è così importante].

Come preparare un laboratorio

Il laboratorio usa linguaggi, materiali e strumenti a misura di bambino, quindi nella progettazione bisogna considerare l’età e soprattutto il contesto di riferimento.

L’età, infatti, non è sempre un fattore decisivo, poiché – come sappiamo – lo sviluppo non avviene per tappe prestabilite. Per questa ragione, è importante partire da attività semplici e proporre gradualmente esperienze più complesse.

Ecco 5 strategie educative per realizzare un laboratorio.

  1. Stabilire un obiettivo

In primo luogo, è necessario fissare un obiettivo conoscitivo da condividere con il bambino. Ad esempio è utile cominciare con la domanda cosa ti piacerebbe imparare oggi? Ascoltare le sue aspettative e stimolare la curiosità.

  1. Coltivare una routine di gioco

Parlare di routine a proposito di creatività sembra un paradosso, tuttavia i bambini hanno bisogno di certezze per imparare le regole e avere punti di riferimento. Coltivare una routine aiuta a riconoscere i momenti del gioco, a concentrarsi per portare a termine un compito e ad accettare la conclusione senza capricci.

Una buona abitudine è cominciare con la presentazione dei materiali, la condivisione dell’obiettivo e con domande che allenino alla risoluzione del compito, come ad esempio: cosa potresti fare per realizzare questo progetto? Qual è la prima azione che potresti compiere? In quanti modi diversi puoi realizzare questo progetto?

Durante la routine di chiusura è utile ritagliarsi un momento per ricapitolare le azioni svolte e riflettere su quanto imparato.

  1. Allestire lo spazio

È molto importante che lo spazio sia funzionale alle attività di gioco. Non bisogna temere di sporcare e rompere qualcosa, il piano di appoggio deve essere spazioso per offrire libertà di movimento, comodo per non affaticare il bambino e affrettarne il lavoro.

Allo stesso tempo lo spazio deve essere limitato da confini all’interno dei quali agire. È utile disporre i materiali in un vassoio e lasciare che il lavoro si svolga in un riquadro delimitato, come ad esempio un foglio, una tela, un cartoncino, una cornice di nastro adesivo oppure una tavola di legno [Leggi anche La scatola dei materiali creativi: cosa preferire e perché].

  1. Definire il tempo e la durata

Il tempo deve essere flessibile, dedicato in via esclusiva all’attività creativa e la durata può variare in base agli obiettivi. È utile stabilire un tempo limite entro il quale completare l’attività, poiché talvolta il bambino avverte l’esigenza di ripetere l’esercitazione, correndo il rischio di non portarla a termine.

  1. Giocare insieme

I processi educativi tra pari sono molto efficaci perché insegnano il confronto, il sostegno reciproco, la risoluzione di eventuali conflitti e la condivisione delle esperienze. Inoltre un bambino accetta più volentieri aiuto da un compagno e non da un adulto e, allo stesso tempo, si sente meno giudicato e più propenso ad offrire aiuto.

Il ruolo dell’adulto

L’adulto ha il compito di presentare il gioco e coordinare il processo di apprendimento, prioritario rispetto al prodotto finale. Mostra i materiali, rendendoli disponibili al bambino affinché possa esercitarsi, evita di anticipare il lavoro o di affrettarlo.

Sii paziente, poco invadente e rassicurante.

Come direbbe Maria Montessori: «Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo».

Cosa ne pensi di queste strategie educative? Hai mai partecipato ad un laboratorio creativo? Ne hai mai realizzato uno?

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Sono ricercatrice di Pedagogia Sperimentale all'Università IUL e dottore di ricerca in Metodologie della Ricerca Educativa all'Università di Salerno. Cultore e assegnista in Metodologie e tecniche del gioco e Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento, sono componente del consiglio direttivo del CIPPS – Centro Internazionale di Psicologia e Psicoterapia Strategica, Scuola di specializzazione in psicoterapia strategica ad orientamento neuroscientifico, Ente di ricerca e Centro clinico, membro del comitato redazionale della collana “Tecnologie per l’Apprendimento – Didattica, Gioco, Media education” di Pensa Editore.

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