Una bambina a testa in giù cerca un mostro sotto al letto

Storie di mostri sotto al letto

Alzi la mano chi ha avuto il sospetto di avere i mostri sotto al letto!

Lo so che anche tu da bambino fantasticavi sul mostro puzzolente e spelacchiato che soggiornava comodamente nel tuo sottoletto e sottocchio ne coglievi la zampetta scheletrica trascinare nell’ombra i tuoi giocattoli. Che fortunato che sei stato!

Io desideravo incontrare il misterioso inquilino del mio sottoletto nello stesso modo in cui mia sorella Stefania sognava di adottare un pony.
Le ho provate tutte: mi affacciavo a testa in giù, tentavo di stanarlo con la torcia, lo tentavo con le briciole di biscotti e, qualche volta, ho provato ad attirarlo con la luce laser del portachiavi. Niente. Per giustificare la sua assenza, mi davo dell’ingenua:

“Inessina – mi dicevo – ma i mostri, quelli veramente mostruosi, non mangiano mica i biscotti!”.

Dovevo escogitare un piano: così per la disperazione di mia madre e l’orgoglio di mio padre, ho installato un vecchio specchietto retrovisore sull’anta dell’armadio, ad altezza sottoletto. Ma invece di incrociare i suoi occhietti gialli da rettile, sono riuscita soltanto a raccattare un numero imprecisato di giocattoli dispersi, batuffoli di polvere ed un paio di ragnetti.

Che disperazione! Nella mia testa me lo figuravo alla perfezione: il cranio ammaccato, la carnagione verdastra, il nasone bernoccoluto e quel malefico sorrisetto sdentato che mi faceva tanta tenerezza. Aveva le zampette nodose con lunghi artigli anneriti e ogni volta che lo descrivevo, le mie tre sorelle minori cacciavano la lingua in un brivido di disgusto.

Gli avevo assegnato addirittura un nome, prevedendo che poi lo avrei addomesticato: il mio mostro veramente mostruoso si chiamava Viride Saltaletto, perché se di notte bazzicava sotto al letto, era plausibile che in mia assenza saltasse dappertutto, escogitando sgarberie e dispetti.

Desideravo catturarlo per due motivi: innanzitutto avevo la fissa dell’avventura, cioè volevo trascorrere una vita rocambolesca che si sarebbe decorosamente conclusa con un corteo funebre di fattucchiere, alchimisti, bucanieri e creature incantate di ogni sorta; poi perché mi avevano detto che si teme soltanto ciò che non si conosce e, se l’avessi incontrato, non lo avrei più temuto.

C’era anche un altro insignificante dettaglio che mi impediva di beccare il mio mostro veramente mostruoso, dettaglio che all’epoca mi appariva piuttosto trascurabile vista la mia necessità: io dormivo su un letto a castello e mia sorella Daniela diventava piuttosto scontrosa se di notte le balzavo addosso per le mie imboscate. È superfluo precisare che il mio caro Viride Saltaletto non si è fatto beccare e ancora adesso mi rammarico di possedere un letto contenitore Ikea, decisamente inadatto ad ospitare spiritelli notturni.

E tu hai un mostro al quale sei affezionato?

Sono ricercatrice di Pedagogia Sperimentale all'Università IUL e dottore di ricerca in Metodologie della Ricerca Educativa all'Università di Salerno. Cultore e assegnista in Metodologie e tecniche del gioco e Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento, sono componente del consiglio direttivo del CIPPS – Centro Internazionale di Psicologia e Psicoterapia Strategica, Scuola di specializzazione in psicoterapia strategica ad orientamento neuroscientifico, Ente di ricerca e Centro clinico, membro del comitato redazionale della collana “Tecnologie per l’Apprendimento – Didattica, Gioco, Media education” di Pensa Editore.

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