Nel post precedente Imparare a conoscersi: la prima fase dell’ambientamento al nido ho raccontato la prima fase di ambientamento al nido o alla scuola dell'infanzia, ora ti racconto come funziona l’affidamento di bambine e bambini al personale educativo da un punto di vista pedagogico e quali elementi considerare per favorirlo.
Che cos'è l'ambientamento attivo?
Sommario
L’ambientamento è un rituale che si propone di concedere del tempo a bambino, genitore ed educatore per conoscere gradualmente uno spazio fisico ed emotivo ancora ignoto. Deve tener conto della storia, delle abitudini e delle esigenze del bambino, che affronta il passaggio dalla dimensione familiare a quella sociale, con la conseguente riorganizzazione di spazi e relazioni. Anche se è necessario alla crescita, il distacco non è naturale e va affrontato in modo accurato, cercando di rispettare il tempo del bambino e non soltanto le esigenze organizzative degli adulti. I bambini non hanno piena consapevolezza della temporaneità della separazione, e spesso vivono questa esperienza con senso di smarrimento, pianti inconsolabili, disturbi di sonno e digestione. Quali strategie adottare per prevenire questi disagi?
La gestione serena dell’allattamento
Lo svezzamento non va affrettato ma, se la mamma ha la possibilità, può dedicare quotidianamente un po’ di tempo ad allattare il bambino al nido. Quasi tutte le strutture riservano una sala per favorire un divezzamento più disteso e proteggere l’intimità madre-figlio, inoltre il potere calmante del contatto contribuisce ad associare emozioni positive al nuovo ambiente. Questo consiglio funziona anche se è il papà o un'altra figura di riferimento ad occuparsi dell’inserimento e, quindi, del biberon.
Il tempo e i ritmi dei primi giorni
Il tempo da dedicare all’ambientamento solitamente copre 2-3 settimane, in base all’età del bambino e alle sue capacità di adattamento. Durante i primi giorni di frequenza, crescerà gradualmente la permanenza al nido e saranno consolidate le routine di cura. È importante non forzare i tempi e procedere per gradi e per facilitare questa transizione, è consigliabile portare la copertina con cui il bambino dorme a casa, il suo carillon, il doudou o meglio ancora un cuscino di contenimento che contribuirà a farlo sentire protetto, considerando che il bambino conserva a lungo la memoria corporea del ventre materno. Un’altra strategia molto utile è replicare a casa i ritmi del nido, mantenendo invariati – per quanto possibile – gli orari della merenda, del gioco, del pasto e del riposo.
La cura dello spazio
Lo spazio destinato all’ambientamento sarà lo stesso in cui il bambino vivrà i primi giorni, per evitargli un ulteriore cambiamento e, soltanto successivamente potrà esplorare gli altri ambienti. Di conseguenza, il luogo dell’ambientamento sarà anche il luogo della separazione. Non si può evitare che il bambino pianga, ma la rassicurazione passa attraverso la comunicazione non verbale degli adulti. Il genitore dovrà controllare la propria naturale diffidenza, usando un tono di voce sereno, dispensando sorrisi rassicuranti ed evitando di tenere il bambino in bracci troppo a lungo. Se il bambino cammina, infatti, è preferibile che venga condotto per mano, così da esplorare liberamente l'ambiente.
Il numero dei bambini in ambientamento
Il numero dei bambini in ambientamento può variare in base all’età, alle capacità di adattamento e alle disponibilità degli adulti. È consigliabile adottare una strategia che preveda la contemporaneità di 3-4 bambini e dei loro genitori. Questa scelta facilita la socializzazione, riduce la dipendenza del bambino dall’adulto e aiuta a condividere esperienze ed emozioni. Per agevolare questa compresenza, si dovrà seguire qualche regola: parlare a voce bassa, sorvegliare esclusivamente il proprio bambino, aspettare il proprio turno di gioco con l’educatore. Con bambini che cominciano a stare seduti, si potranno svolgere attività che anticipano il lavoro al nido e stimolano la curiosità verso queste nuove esperienze, come ad esempio letture, disegni, collage e manipolazioni.
Gestire la separazione
Scegliere il momento giusto per separarsi non è semplice: anche se gli impegni lavorativi incalzano, è importante non affrettare i tempi e affidarsi alla professionalità degli educatori. Il compito dell'adulto non è distogliere il bambino dal proprio malessere, ma aiutarlo a comprendere che l’allontanamento è temporaneo e può fidarsi delle persone che si prenderanno cura di lui. La chiave dell’ambientamento sta, dunque, nella gradualità dell’affidamento del bambino all’educatore e nella separazione attiva del genitore che non gli impedisce di piangere o non sminuisce il suo disagio, bensì cerca di adottare anche a casa strategie coerenti di rassicurazione.
Ora tocca a te: se sei un educatore o un genitore, raccontami la tua esperienza in ambientamento e se questo post è utile, lasciami un like e condividilo con #gattabuialab.
Riferimenti bibliografici
- Anna Lia Galardini (a cura di), Crescere al nido. Gli spazi, i tempi, le attività, le relazioni, Carocci, Roma 2015.
- Grazia Honegger Fresco, Un nido per amico, La Meridiana, Molfetta 2007.
- Emilia Restiglian, Progettare al nido, Teorie e pratiche educative, Carocci, Roma 2012.
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Un commento su “L’ambientamento al nido: 5 strategie educative efficaci”
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