Che cos’è l’ambientamento e come funziona? Quali sono le strategie educative da considerare? In questo post, ti racconto l’avvicinamento, cioè la prima fase di inserimento al nido o alla scuola dell’infanzia, e ti propongo alcune soluzioni pratiche per affrontare con serenità – per quanto possibile – questo importante cambiamento.
L’ambientamento: che cos’è e come funziona
Sommario
L’ambientamento è il periodo di entrata al nido da parte di bambine e bambini e spesso il loro primo contatto con i coetanei. Anche se il termine “inserimento” è ancora molto usato, “ambientamento” è più appropriato per indicare la conoscenza del nuovo habitat, in cui interagiscono adulti e bambini che ancora non si conoscono. Ambientarsi significa appropriarsi dell’ambiente, per questa ragione i pedagogisti sottolineano l’importanza di un ambientamento attivo, in cui il bambino non subisce le scelte dell’adulto bensì è stimolato ad esplorare gli spazi, con l’obiettivo di accettare le persone nuove e separarsi temporaneamente dai genitori.
Da un punto di vista pedagogico, l’ambientamento si sviluppa in 4 fasi: avvicinamento, affidamento, accoglienza-ricongiungimento e appartenenza. L’avvicinamento è la fase preliminare, che permette ai protagonisti di conoscersi e scambiarsi informazioni. È una fase delicata per tutte le persone coinvolte e non esistono protocolli pronti all’uso, bensì buone pratiche da calibrare sui singoli casi: il bambino non sceglie di frequentare il nido e non comprende le motivazioni del distacco, per questa ragione il compito degli adulti è alleviare l’esperienza di separazione e coglierla come un’opportunità di crescita.
Tre elementi da considerare prima dell'iscrizione
Oltre agli aspetti logistici ed organizzativi, valuta questi 3 elementi:
- Qualità umana e professionale degli adulti: fa’ domande sulla formazione e sull’esperienza degli educatori, sul numero degli adulti presenti in classe in rapporto ai bambini e chiedi di incontrare anche gli ausiliari responsabili del cambio e del pasto. Conoscere le persone è rassicurante e valorizza un rapporto che rischierebbe di rimanere anonimo.
- La qualità dell’ambiente: deve essere progettato e allestito su misura del bambino, a favore della sua sicurezza e della sua crescente autonomia. Controlla se gli spazi sono adeguati per consentire in modo agevole e disteso le routine di riposo, cambio, pasto e gioco. Osserva la qualità degli arredi: un nido a cinque stelle ha tappeti, angoli morbidi, librerie basse frontali e mobili con angoli smussati.
- La qualità dei giochi: deve favorire le abilità crescenti, la ripetizione, la concentrazione e lo scambio, con il minimo intervento dell’adulto e la possibilità di sperimentare le varianti progressive. Assicurati che i bambini possano accedere liberamente alle aree di gioco e che queste siano per loro sicure: il nido è il luogo delle prime esperienze ed è importante che siano disponibili oggetti naturali che stimolino le sue abilità cognitive, motorie ed emotive.
In questa fase di selezione e scelta, presta attenzione alle emozioni che aleggiano in casa perché il bambino – anche se piccino – tenderà inconsapevolmente a replicarle. Prova ad alleggerire le ansie e le preoccupazioni degli adulti che ti discutono intorno, nonni compresi; osserva le sue reazioni, cerca di rassicurarlo e coinvolgerlo in prima persona poiché sarà lui ad affrontare il cambiamento più faticoso.
Il colloquio con l’educatore
Dopo aver scelto il nido, partecipato all’open-day e ricevuto il materiale informativo, il genitore dovrà auspicabilmente sostenere almeno un colloquio con l’educatore o l'educatrice di riferimento. Probabilmente bisognerà compilare un questionario per semplificare la raccolta dei dati e le note sulla storia del bambino. Questo momento è fondamentale per stabilire un rapporto di reciprocità con l’educatore che trascorrerà molto tempo con il bambino ed è possibile che si creino gelosie nel vedersi sostituiti in momenti importanti come ad esempio muovere i primi passi, pronunciare le prime parole o mangiare autonomamente.
All’educatore spetta il compito difficile di fondare e consolidare la relazione con il bambino e contemporaneamente accogliere e contenere le ansie dell’adulto.
Le merende di gioco
Oltre al colloquio conoscitivo, per favorire un contatto con le famiglie, alcuni nidi propongono le merende di gioco. Si tratta di pomeriggi di gioco, collocati temporalmente verso la fine della giornata (quando nella struttura ci sono pochi bambini) e prevedono la possibilità di fare merenda al nido con un genitore al fine di cominciare a vivere lo spazio come un luogo sereno e divertente.
In queste occasioni l’educatore ne approfitta per osservare le routine di cura, prendere confidenza con il bambino e chiacchierare in modo informale con l’adulto. In alcuni casi ai genitori è offerta l’opportunità di cambiare il pannolino con l’educatore e preparare la merenda con il personale ausiliario.
Nel prossimo post, L’ambientamento al nido: 5 strategie educative efficaci troverai alcuni accorgimenti utili per prevenire il disagio del distacco dei primi giorni.
Ora tocca a te: se sei un educatore o un genitore, raccontami la tua esperienza in ambientamento e se questo post è utile, lasciami un like e condividilo con #gattabuialab.
Riferimenti bibliografici
- Anna Lia Galardini (a cura di), Crescere al nido. Gli spazi, i tempi, le attività, le relazioni, Carocci, Roma 2015.
- Grazia Honegger Fresco, Un nido per amico, La Meridiana, Molfetta 2007.
- Emilia Restiglian, Progettare al nido, Teorie e pratiche educative, Carocci, Roma 2012.
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