Se hai bambini o lavori con loro, conoscere queste 7 caratteristiche del gioco dei bambini ti aiuterà a riscoprire il piacere dell’imprevisto e del gratuito, e ti fornirà uno strumento pratico per relazionarti con il tuo bambino.
Che cos’è il gioco? Se questa domanda ti sembra banale, ti chiedo innanzitutto di chiudere gli occhi e visualizzare i tuoi ricordi di infanzia. Sono sicura che tra le immagini più tenere che ti vengono in mente c’è una bambola o un orsetto a cui volevi davvero bene, un gioco che ti faceva divertire moltissimo oppure un compagno di giochi che ti faceva morire dal ridere.
Gioco e infanzia
Apparentemente tutti noi sappiamo che cos’è il gioco, nel senso che ne abbiamo avuto esperienza e la nostra conoscenza è legata a sensazioni e ricordi. Ignoriamo però le sue forme e funzioni, il suo legame con l’identità, le emozioni, le paure e l’educazione in generale.
Il gioco è lo strumento privilegiato che i bambini usano per conoscere il mondo ed esprimere le proprie emozioni, per questa ragione un adulto che non sa come giocare con un bambino è un analfabeta ludico che non potrà comprendere fino in fondo la realtà infantile. Dovrai compiere una sorta di praticantato in cui i bambini saranno i tuoi maestri e avrai bisogno di conoscere i principi universali del gioco per imparare a metterli in pratica nel modo giusto.
Le 7 caratteristiche del gioco dei bambini
- Il gioco è un fenomeno universale, presente in ogni epoca, in ogni luogo geografico e dotato di una sua grammatica interna.
- Giocare con un bambino equivale a prendersene cura, come nutrirlo e accudirlo. Questo significa che il gioco è determinante per la crescita psicologica, emotiva e sociale del bambino.
- I giochi sono profondamente connessi ai valori sociali.
- I giochi motori aiutano il bambino a sviluppare un’immagine positiva di sé e favoriscono equilibrio e coordinamento.
- Il gioco è una cornice che può aiutarci ad interpretare le problematiche della vita infantile.
- Le attività ludiche non vanno intese come un modo per rendere meno faticoso l’apprendimento, bensì hanno un valore educativo inestimabile.
- L’adulto che attiva uno scenario di gioco instaura con il bambino una relazione diretta, coinvolgente, emotiva ed autentica.
Nel PROSSIMO POST ti racconterò del gioco tonico-fusionale, cioè del legame fisico che il bambino sviluppa con la mamma nei prime mesi di vita.Se questo post ti è utile metti un like e condividi, io ti aspetto ogni martedì con approfondimenti sul blog e tutti i giorni sui social.
Riferimenti bibliografici
- Paola Manuzzi, Pedagogia del Gioco e dell’Animazione, Guerini Studio, Milano 2002.
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